"La teoria di Romero" (2010) è il primo full-lenght dei trentini Camp Lion, licenziato dalla ferrarese New Model Label. Nelle sue 13 tracce, l'album si ispira alle pellicole di George Romero e ha l'ambizioso e nobile intento di denunciare il consumismo dei nostri tempi, sempre più dilagante e asfissiante. Di contro c'è, però, una leggerezza adolescenziale che rende tutto spensierato e quasi rende futile il messaggio del disco. Power-pop alla Finley, punk rock alla Jimmy Eat World e ironia alla Tre Allegri Ragazzi Morti. Amori finiti, amori mai iniziati, vuoti da riempire e tempi da cambiare. I Camp Lion suonano puliti, forse anche troppo. Sono tante le soluzioni "commerciali" del disco, come "Dimmi cosa ho detto" (il singolo trainante), "Etere", "Ombra" o "Meno di uno zero" e sono armi a doppio taglio. Possono facilitare la popolarità di una band ma, al contempo, farle perdere credibilità. Può anche darsi che ciò non interessi al quartetto in questione, può anche darsi che siano ragazzi a cui piace suonare e divertirsi senza chissà quale pretesa o messaggio da diffondere. Può anche darsi, infine, che "La teoria di Romero" sia solo una transizione, un primo passo verso una maturità che, in tal caso, non dispiacerebbe conoscere. E' sicuramente un buon disco, ma da ascoltare senza impegno in una tipica giornata estiva, magari di ritorno dal mare. "Deja vu" e "Clever" sono i brani migliori del disco, quelli che più si discostano dagli altri e che fan ben sperare in un prossimo lavoro più consistente.
I Camp Lion sono:
Antonio Benedetti: voce
Nicola Perina: chitarra
Leonardo Menegoni: basso
Davide Cavrioli: batteria
Tracklist:
01. Dimmi cosa ho detto
02. Lo stesso punto
03. Lettera a M
04. Etere
05. Rattvik parte 1
06. Rattvik parte 2
07. Vuoti a rendere
08. 45
09. Ombra
10. Deja Vu
11. Viale Mazzini
12. Meno di uno zero
13. Clever
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