lunedì 29 aprile 2013

LA NOTTE DEI LUNGHI COLTELLI - "Morte A Credito"-



"Morte a Credito" (Black Candy, 2013) è l'esordio de La Notte Dei Lunghi Coltelli, progetto ideato da Karim Qqru degli Zen Circus che abbandona le pelli per darsi al canto e alla chitarra. Ad accompagnarlo sono Izio Orsini  e Ale Demonoid, rispettivamente al programming e alla batteria.
Il disco omaggia Celine ("Morte a Credito"), Prevert ("J’ai Toujours Été Intact De Dieu"), Tolstoj ("Ivan Iljc") e Camus ("La Caduta"), e si presenta tetro, crudo e brutale sia nel sound che nei testi. Hardcore style ma anche wave, industrial e ambient per nove brani deliranti e taglienti che somigliano a schegge impazzite. E' un disco allucinato, a tratti apocalittico, che dà sfogo a un'agitazione che non conosce quiete, intessuta di riferimenti letterari e cruenti impulsi punk che misurano la furia della follia umana, la morte, la sventura e la paura, senza sconti per nessuno. Alla stesura del disco han preso parte anche Nicola Manzan (violino in "La Notte dei Lunghi Coltelli"), Aimore Romizi (penna in  "Levami Le Mani dalla Faccia") e Diego Pani (in "D'isco Deo").
E' un disco ostico, che necessita di più ascolti per esser capito e, forse, apprezzato. Non un banale assortimento di canzoni, ma un coraggioso esperimento narrativo che del colto citazionismo fa la sua principale velleità. Merita sicuramente attenzione!



Tracklist:
01 La caduta
02 J'ai toujours été intact de dien
03 La nave marcia
04 Ivan Iljc
05 DDR
06 Morte a credito
07 D'isco deo
08 Levami le mani dalla faccia
09 La notte dei lunghi coltelli

https://www.facebook.com/lanottedeilunghicoltelli

domenica 28 aprile 2013

VALENTINA GRAVILI - "Arriviamo Tardi Ovunque" -



La talentuosa cantautrice pugliese, che di nome fa Valentina Gravili, è giunta ormai al suo terzo disco e in realtà non vedevo l'ora di ascoltarlo. "Arriviamo Tardi Ovunque" (Carbon Cook Records, 2013) è uscito a gennaio e, come i precedenti lavori, dimostra una spiccata capacità dell'autrice di sperimentare e rinnovare la propria sensibilità artistica, sia nei testi che nelle musiche. A metà strada tra Nada, Patti Smith e PJ Harvey, la Gravili realizza nove ballads imbevute di folk, rock e blues, ben suonate ed arrangiate grazie anche alla direzione artistica di Max Baldassarre. C'è  una scrittura cruda e tesa come una corda di violino, fatta di precarietà e denuncia, inganno e sconfitta, cicatrici e solitudine. Quello della Gravili è un lirismo maudit che sa di underground, di polvere e disillusione. "Non possiamo neanche accontentarci dei sogni che puntano in basso", piccolo estratto di "Mosca Cieca", è una frase-manifesto di un disco amaro, sofferto e doloroso, intriso di bellezza poetica e intensità emotiva. Altra nota di merito va alla voce dell'artista brindisina, sensuale, selvaggia e passionale al punto da travolgere e ammaliare completamente l'ascoltatore. "Arriviamo Tardi Ovunque" è una delle poche prelibatezze musicali uscite in questi primi mesi del 2013.  Se volete scoprire questo gioiellino della discografia indipendente italiana, fatelo senza pensarci due volte e non ve ne pentirete. Valentina Gravili ha la stoffa per diventare la nostra sacerdotessa del rock!



Tracklist:
01 Il finimondo
02 Arriviamo tardi ovunque
03 Pare che fuori pioverà
04 Guerriglia d'Oriente (mentre fuori il sole insorge)
05 La mappa dei punti deboli del mondo
06 La saggezza è roba per giovani
07 Cruda
08 Mosca cieca
09 Domenica mattina

http://www.valentinagravili.com/

mercoledì 24 aprile 2013

NADAR SOLO - "Diversamente,come?"-



Licenziato all'inizio del 2013 da Massive Art Records, "Diversamente,come?" è il terzo disco dei torinesi Nadàr Solo, band che gode, già da qualche anno, dei favori di critica e pubblico. Stavolta c'è una chicca di prim'ordine che desta subito curiosità: un featuring con Pierpaolo Capovilla (Il Teatro degli Orrori), nel brano "Il Vento". Collaborazione prestigiosa per una band che ben conosce la gavetta e che con questo nuovo album trova finalmente una sua collocazione nel panorama rock nazionale. Niente di innovativo, certo, ma c'è tutta la stoffa necessaria a spendere buone parole per questo lavoro. Interrogativi, smarrimento e inquietudine attraversano il disco sotto forma di testi poetici e alternanze tra muri di suono e melodie lisergiche, strizzanti l'occhio al noise e al tradizionale rock made in Italy. Tanti i rimandi a Zen Circus, Marlene Kuntz o anche a Ministri e Il Teatro degli Orrori, ma è pur vero che essere del tutto originali oggi è impresa ardua, e sembra sempre che tutto sia già stato scritto. A mio avviso, avrebbero potuto osare di più questi ragazzi torinesi. Le basi tecniche e il fiuto per le belle canzoni sono già ben definiti, e l'auspicio per il prossimo disco è che possano concentrarsi maggiormente sulle proprie potenzialità accantonando per un pò i loro background musicali. Quando oseranno un pò di più, non ce ne sarà per nessuno. Da tenere d'occhio!




Tracklist:
01 Non conto gli anni
02 Tra le piume
03 Il vento (feat. Il Teatro degli Orrori)
04 La ballata del giorno dopo
05 L'abbandono
06 Le case senza le porte
07 Quel sabato mattina
08 Maggio giugno luglio
09 Le ali
10 Perso
11 I tuoi orecchini

http://www.myspace.com/nadarsolo

lunedì 22 aprile 2013

POLAR FOR THE MASSES - "Italico" -



La notizia che i Polar For The Masses avrebbero realizzato un nuovo disco totalmente in lingua italiana mi aveva fatto storcere il naso, ma ascoltando "Italico" (La Grande V Records,2013) ho dovuto ricredermi. Ci son voluti due anni di lavoro, come per ogni disco del trio vicentino, e anche stavolta il risultato è eccellente sotto qualsiasi aspetto, dal groove ai testi. Quarto disco e tanta voglia di mettersi in gioco per una band "da esportazione", che negli anni ha calcato i palchi di tutta Europa. Corrono il rischio di fare un bel buco nell'acqua i Polar, ma fanno centro anche stavolta.  "Italico" è un disco compatto e dinamico a livello strumentale, cinico e spietato a livello testuale. Rabbia e inquietudine graffiano e non fanno sconti, si sa. Simone, Davide e Jordan realizzano dieci brani potenti, incisivi e all'occorrenza lancinanti. Il sound è sempre "cool", ed è chiaro già dall'intro della title-track che ci scaraventa in un vortice sonoro irrefrenabile lungo dieci tracce. Deliri noise e alternative rock, congiunti in maniera inossidabile, fanno il tappeto sonoro di un disco che funziona sotto tutti i punti di vista, grazie anche a liriche essenziali che ben descrivono le derive sociali e culturali che stiam vivendo. Il re in copertina, vestito del solo tricolore, sembra non avere più forze, rassegnato,sfinito, esausto. Di contro,però, c'è una band che di grinta ne ha da vendere.
I Polar For The Masses non sbagliano mai un colpo e si confermano come una delle migliori band in circolazione.



Tracklist:
01 Italico
02 Miseria e nobiltà
03 Terrorismo e deejay
04 Un uomo, un voto
05 Laogai
06 Wall Street
07 Risveglio
08 Ruvido
09 Drone
10 Mia Patria

venerdì 22 febbraio 2013

JOSEPH MARTONE & THE TRAVELLING SOULS: esce il primo singolo "Shine On Me"



Si intitola “Shine On Me” il bellissimo singolo, con relativo videoclip, che anticipa l'uscita di “Where We Belong”, primo full-lenght di Joseph Martone and The Travelling Souls.
Album dal gusto internazionale, alle cui registrazioni presso il Monchrome Studio di Luigi Nobile hanno preso parte Mario Gravina (banjo), Stefano Costanzo (batteria), Ned Crowther (Uk, basso), Ron Grieco (basso) Anna Su (Usa, piano e voci), Charles Ferris (USA, tromba), Davide Viola (violoncello),Tom Aiezza (USA, chitarre) e, dulcis in fundo, Roberto Angelini (chitarra dobro slide), altra preziosa collaborazione.
Shine On Me” è una rilettura di “As I Sat Sadly By Her Side” di Nick Cave con un testo completamente riscritto.
Il progetto “The Travelling Souls” nasce nel 2007 da un’idea di Joseph Martone e del cugino Tom Aiezza, entrambi di origine italiana ma cresciuti tra New York ed il sud Italia.
Dal puro southern rock all’electro-blues fino alle più moderne espressioni del desert rock. L’unica costante: la voce di Joseph Martone che  ricorda quella rauca e calda di Tom Waits, al quale ha dedicato anche un fortunato tour, ma anche quella profonda ed elegante di Nick Cave. Anche in Italia si trovano altre fonti d'ispirazione, quelle delle origini, da Paolo Conte alla musica popolare napoletana.
Eric Oliver (Upright Basement Music) ha definito la musica di Joseph Martone & the Travelling Souls come “qualcosa di spirituale, un suono senza tempo che sa parlare alla gente di tutte le strade della vita”.


    martedì 19 febbraio 2013

    ADRIANO MODICA - "La Sedia" -



    La stoffa, la pietra e il legno. Sono questi i tre materiali scelti dal cantautore e polistrumentista calabrese Adriano Modica, classe '77, per la sua Trilogia dei materiali. Dopo "Annanna" e "Il Fantasma Ha Paura", giunge finalmente "La Sedia" (Cardio A Dinamo,2012), degna chiusura di un concept in tre atti davvero interessante. Per ogni fase particolare della vita un materiale, ed ecco che stavolta Modica si concentra sul legno di una sedia, perchè la memoria è il primo gradino per il progresso inteso come benessere. La sedia vista non come semplice elemento di arredo, ma come oggetto utile alla riflessione. Fermarsi, dunque.  Sedersi e riflettere sul proprio passato, presente e futuro. Al centro del disco è l'uomo che si riavvicina a sè stesso, riappropriandosi della propria intimità e della propria natura. Si ferma per poi ripartire, attraverso dieci canzoni eleganti, ironiche e disincantate che denotano una maturità stilistica ben definita. E' la poesia al servizio di solitudini e dolcezze di un autore apparentemente schivo, capace al contempo di esporsi, mettendosi a nudo con l'esperienza di chi sa essere credibile con la semplicità. E' musica d'autore intensa e suggestiva, figlia del minimalismo folk come della psichedelia, in salsa squisitamente vintage. L'autore non si fa mancare niente in questo disco, registrato interamente in analogico, autoprodotto e arrangiato da lui stesso. Dalla varietà di strumenti quali flauti, archi, ottoni, clavicembali o vibrafoni al featuring col pittore britannico Duggle Fields (voce radio in "Alieni"), e ci regala i momenti migliori in brani singolari come "Il bastone e la scala", "Almeno il cielo è sempre uguale", "Il divano", "L'albero delle mollette" e la finale "Ninnananna per Lulù".
    Modica impreziosisce la nuova leva cantautorale con un disco di gran pregio che lo consacra tra le rivelazioni italiane di quest'anno. Consigliato!



    Tracklist:
    01 Alieni
    02 Il bastone e la scala
    03 Almeno il clielo è sempre uguale
    04 Alluminio
    05 Il divano
    06 Che mi dai
    07 Stelle scalze
    08 C'era una volta a Pietrastorta
    09 L'albero delle mollette
    10 Ninnananna per Lulù



    sabato 16 febbraio 2013

    Fabiano Farina - "Gioventù Sonica" (di Silvia Mangieri)




    -Recensione di Silvia Mangieri-

    "Gioventù Sonica" è  un romanzo scritto dal giovane scrittore salernitano Fabiano Farina, pubblicato dalla casa editrice I Libri della Leda. Classe 1988, Fabiano Farina, nonostante la giovane età, è  già alla sua quarta pubblicazione. "Gioventù Sonica" è ambientato proprio nella sua città, Salerno. Il libro racconta le esistenze di cinque giovani salernitani, cinque amici, ragazzi come tanti, che cercano di “sopravvivere”ai loro piccoli grandi tormenti esistenziali e  alla noia di una città dal forte carattere  provinciale,dove tutto sembra ripetersi all’infinito, in un loop senza sosta.  Le loro forti radici emotive e il loro forte senso di identità li spingono però a ribellarsi ad una vita che avvertono come svilente ed asfissiante, una vita che appiattisce, piuttosto che esaltare, pulsioni e creatività. Da questo malessere profondo, dall’esigenza  insopprimibile di affermare se stessi,  nasce  una sorta di movimento, quello dei Sonici appunto, che attacca il sistema con azioni  poco politically correct, improntate comunque alla non violenza. Sono azioni pacifiche e dimostrative che hanno lo scopo di scuotere le coscienze assopite e che vanno a colpire i luoghi di culto, punti nevralgici della città che sembra tuttavia rimanere statica, quasi fiera nella sua immobilità, a fare da sfondo.
    È il desiderio di rivolta, tipico dell’irrequietezza giovanile che caratterizza ogni generazione, ad animarli oltre ad una volontà precisa, ad un’urgenza profonda di non passare inosservati, di lasciare una traccia di sé, di porre in atto una vita che potrebbe rimanere per sempre solo in potenza,assorbendo passivamente tutto quello che succede intorno. Ma una vita in potenza, si sa, è un inutile spreco, un bagliore accecante destinato ad affievolire rapidamente. Bisogna, invece, essere e agire, bisogna cercare e creare input, realizzare qualcosa in cui poter credere, in cui altri possano credere e riconoscersi, dare vita ad una moda che riesca a spezzare la noia, il tedio quotidiano, anche se destinata ad avere breve durata.  “…Abbiamo fatto quelle cose in un periodo molto particolare delle nostre vite. Ci sentivamo in continua contestazione verso il mondo…Era la situazione dell’epoca a renderci così…Noi trovammo un canale di sfogo che andava oltre l’amore e il lavoro..La colpa è sempre della causa mai dell’effetto….
    La scrittura di Farina risulta limpida ed asciutta, spesso caratterizzata da fulminei cambi di registro, creati ad hoc. Interessanti sono anche i richiami musicali, perché ogni “rivoluzione” che si rispetti ha la sua colonna sonora. Farina suggerisce perfino una playlist da ascoltare, per la lettura di "Gioventù Sonica", la cui prima traccia, neanche a dirlo, è Teenage Riot dei Sonic Youth, primo singolo dell’album Daydream Nation del 1988. Il libro inoltre è in vendita esclusiva presso lo store musicale Disclan, sito in Corso Vittorio Emanuele a Salerno, per volere dell’autore stesso. Copertina ad effetto, con un giallo abbagliante e il faccione di Ratzinger, raffigurato come re di denari, realizzato dal Collettivo Satoboy, ben noto a chi usa bazzicare nel luogo in cui il Papa è stato graffiato, su una fiancata di una chiesa; e la parafrasi, dal tono cinico, della poesia di Alfonso GattoSalerno rima d’inferno”.

                                                                                                                                       

    lunedì 21 gennaio 2013

    SUZ - "One Is A Crowd" -




    Il prossimo 31 gennaio uscirà per No.Mad Records il secondo album di Suz intitolato "One Is A Crowd". A tre anni dall'esordio "Shape Of Fear And Bravery", ben accolto dalla critica, l'artista bolognese Susanna La Polla fa il suo ritorno nella scena trip hop con la sua voce calda e seducente, presentando dieci tracce che raccolgono il suo intero background musicale: r'n'b, soul, dub, raggamuffin e, naturalmente, trip hop. L'album vede la partecipazione di due membri dei Casino Royale, Ezra alla produzione e Alessio "Manna"Argenteri al basso nelle sessions di registrazione. Anticipato dal singolo "Distant skies (don't say a word)", prodotto dall'americano KutMasta Kurt (già a lavoro con Beastie Boys, Kool Keith, Dj Spooky), l'album evidenzia le doti tecniche e il talento stilistico di una delle voci migliori del Bel Paese, tanto prelibata che in un qualsiasi club britannico farebbe faville. Sono canzoni avvolgenti, sofisticate, mature ed eleganti, capaci di suggestionare e sedurre completamente, specie se ascoltate di notte con le luci soffuse e con una bottiglia di Porto da consumare in dolce compagnia. E' un sound tipicamente metropolitano quello che Suz ci presenta, arricchito dal naturale magnetismo di una voce sensazionale, delicata e carica di pathos, costantemente in equilibrio. Tra le chicche del disco, anche i featuring con Estel Luz e Angela Baraldi, rispettivamente in "Bring us down" e "Rubber and glue", tra i brani migliori insieme a "To here and now", "The enemies within" e "Let one be a crowd", oltre che al singolo apripista del disco.
    "One Is A Crowd" è un disco di ottima fattura che ci consegna una voce inebriante e sublime, testimonianza di un talento singolare e disarmante. Consigliato!






    Tracklist:
    01 Distant skies (don't say a word)
    02 To here and now
    03 A thousand deaths
    04 Bring us down (feat. Estel Luz)
    05 Out of the blue remixed
    06 Rubber and glue (feat. Angela Baraldi)
    07 Frailest China
    08 The enemies within
    09 Let one be a crowd
    10 Nighthawk

    http://www.shapeofsuz.it/
    http://www.facebook.com/shapeofsuz

    domenica 20 gennaio 2013

    MASSIMO BUBOLA - "In alto i Cuori" -



    A quattro anni di distanza da "Ballate di Terra e Acqua", è finalmente tornato Massimo Bubola.
    Tre anni di lavoro sono serviti al poeta e musicista veneto per dar vita al suo ventesimo disco intitolato "In alto i Cuori", prodotto ed arrangiato insieme al suo chitarrista Simone Chivilò e alla fida Eccher Band, e in uscita il prossimo 22 gennaio per Eccher Music. Un mucchio di canzoni definite dall'autore "short movies", undici "instant songs" per narrarci di generazioni che han perso (la sua come la nostra), di cronache nere, di condizioni umane in bilico tra miseria e speranza. A fare da tappeto sonoro quel folk all'americana, mischiato ad intuito rock, cerimonia country e lacrime blues, che dagli anni settanta ad oggi non ha smesso mai di tenerci compagnia. Non ha bisogno di chissà quale presentazione il nostro Bubola, come neanche le sue canzoni. La sua è una poesia che sa di vita, di ricordi, di vicissitudini storiche e umane che non cambiano mai, di indignazioni e di pietà, di vino, di viaggi e di letteratura. Ad attraversare questo nuovo capitolo della lunga carriera dell'autore la forte tensione morale e civile figlia dei nostri tempi recenti. C'è la tragedia delle morti infantili ("Hanno sparato a un angelo"), l'eterna antinomia tra verità e finzione ("Un paese finto"), il senso di dovere e di speranza ("Cantare e portare la croce"), perchè bisogna aver buoni ricordi e un pò di infinito negli occhi. C'è un punto di non ritorno in cui l'anima stride come un cancello aperto ("Al capolinea dei sogni"), ci sono le rotaie del nostro cuore che ci seguono fino in fondo oltre la curva del dolore ("Lacrime parallele"), c'è un blues (scritto con Beppe Grillo) sull'uomo di un tempo e l'uomo moderno, su cosa sia analogico e cosa digitale e vien facile dedurre la preferenza del nostro, perchè analogico è il blues, analogico è lasciarsi invecchiare senza farsi tirare ("Analogico digitale").
    C'è poi il grido contro le tirannie e gli inganni ("A morte i tiranni"), tra rivoluzioni e ghigliottine, perchè c'è sempre una speranza per un popolo sconfittoc'è sempre un'illusione per il più derelitto. C'è un lungo elenco di tasse che ormai non risparmia neanche i sogni ("Tasse sui sogni"), c'è la nostalgia d'amore con la solitudine notturna, una luna famelica che divora ogni cosa, una canzone che spacca il cuore come un morso di un cane ("Una canzone che mi spacca il cuore"), c'è la voglia di riprendersi il proprio tempo e il proprio cuore ("Ridammi indietro"), c'è il senso di smarrimento in un paese che non brilla più e c'è l'invito a tenersi stretti i propri sogni ("In alto i cuori"). Sono canzoni vere, oneste, che come sempre fan riflettere.
    Bubola ci regala un disco straordinario, reso prezioso da un'intensità poetica ed emotiva che negli anni ha acquisito sempre più forza. Bubola è come il vino: invecchiando migliora! Chapeau!



    Tracklist:
    01 Hanno sparato a un angelo
    02 Un paese finto
    03 Cantare e portare la croce
    04 Al capolinea dei sogni
    05 Lacrime parallele
    06 Analogico digitale
    07 A morte i tiranni
    08 Tasse sui sogni
    09 Una canzone che mi spacca il cuore
    10 Ridammi indietro
    11 In alto i cuori

    http://www.massimobubola.it/

    LE PISTOLE ALLA TEMPIA - "La Guerra Degli Elefanti" -




    A fine novembre è uscito, per Lactobacillus Records/Infecta Suoni & Affini, il nuovo lavoro discografico de Le Pistole alla Tempia, prodotto artisticamente da Max Carinelli (I Cosi, Pan del Diavolo) e mixato e masterizzato da Manuele Fusaroli (Zen Circus, Tre Allegri Ragazzi Morti, Le Luci della Centrale Elettrica). Ascoltando le dieci tracce dell'album, si riceve la sensazione di aver fatto una piacevole scoperta. Dall'hard-rock al reggae, fino alla ballad acustica, "La Guerra degli Elefanti" è il secondo banco di prova per la band veneta, ma al contempo è tra le uscite migliori dell'anno appena trascorso. Squisita attitudine rock, passione, energia e testi ispirati rendono la qualità di un lavoro che può vantare non solo una personalità forte, ma anche una maturità artistica ben definita. E' un disco che nasce dal rock dei Novanta e da quella vena malinconica, urlata o appena sussurrata, che ha ispirato i migliori lavori dell'alternative italiano o del grunge di Seattle e dintorni. C'è anche qualche rimando alla scena "indie" di oggi, ma è solo un dettaglio.
    L'incipit del disco è un proverbio africano presente nella title-track e che recita : "Quando gli elefanti combattono è sempre l'erba a rimanere schiacciata." Un proverbio che dove lo metti sta bene, un pò come per le canzoni del disco, reali, ciniche e anche un pò disperate. Sound potente e accattivante, ritmi vorticosi e una capacità tecnica notevole offrono la giusta dose di adrenalina ad un disco che denuncia ingiustizie, debolezze, prevaricazioni, languori e redenzioni.
    Non è un disco per chi cerca carezze sonore, questo è certo. Al più, può capitarvi un pugno dritto nello stomaco, un pugno forte e schietto che sa di rabbia, rock e malinconia. Eccellente!



    Tracklist:
    01 La guerra degli elefanti
    02 Non ti cercano più
    03 Insieme e basta
    04 Ealù
    05 Sylvia
    06 Casa bianca
    07 Cesare
    08 Figli di figli
    09 Disintossicarsi sul Garda
    10 Nazione sleale

    http://www.myspace.com/lepistoleallatempia
    http://www.facebook.com/lepistoleallatempia

    venerdì 18 gennaio 2013

    FAUVE! GEGEN A RHINO - "Polemos" -




    Elettronica, noise rock e post-vietnam pop.
    "Polemos" è il mosaico composto dai tre ep a nome di Fauve! Gegen A Rhino: "When You're Dancing You're Struggling", "When You're Struggling You're Winning" e "When You're Winning You're Losing", contenenti ognuno cinque brani. Licenziato dalla scozzese Bedevil, "Polemos" raccoglie l'avanguardia pura del duo pistoiese Lulli - Gorone, difficilmente decifrabile e dunque estremamente affascinante. Il duo dedica questa summa sonora a colui che nella mitologia greca fu il demone della guerra, e lo fa con la consapevolezza, forse, che la gran parte degli ascoltatori ci capirà poco o nulla. C'è una filosofia complessa nella trama sonora di "Polemos", una filosofia che attinge all'elettronica minimal, ad atmosfere tribali e, in generale, ad una sperimentazione d'avanguardia che ha poco a che fare con i canoni di fruibilità cui è assoggettata tanta musica di oggi. Ma c'è anche una filosofia letteraria che affronta la guerra come la lotta, la vita come la morte, tra la mitologia antica e il mito moderno. Il risultato finale è un disco-trilogia che in Germania e Nord Europa potrebbe avere più successo che in Italia. Per il resto, la degenerazione dei nostri tempi narrata dai Fauve! a suon di ambient e techno può non far gola ai più, ma sicuramente farà gola a quei pochi (e buoni) che ancora sanno stupirsi ascoltando un disco italiano, anche se di italiano ha ben poco. Fatene buon uso!




    TRACKLIST:
    01 Andenken
    02 Resistor-Inductor
    03 Kai Entautha
    04 Ghaznavids - Seljuq
    05 Bayeux Tapestry
    06 The Word Before
    07 Diplopia
    08 Ottakring
    09 Wobbler
    10 Lepanto
    11 Auriga
    12 Naked Life
    13 Serse
    14 Sweeping Off The Day
    15 C'est la Guerre!

    http://www.myspace.com/fauveisaband
    http://fauvegegenarhino.bandcamp.com/

    giovedì 3 gennaio 2013

    DRUNKEN BUTTERFLY - "Epsilon" -



    Ispirato a "La Strada" di McCarthy e a "1984" di Orwell, il nuovo disco dei marchigiani Drunken Butterfly irrompe con forza sulla scena musicale italiana a suon di math rock, elettronica e noise elevati all'ennesima potenza e con scenari a dir poco terribili e claustrofobici. Licenziato da Irma Records, "Epsilon" schiera otto brani possenti e martellanti, suonati con cura e passione maniacali, che descrivono un'apocalisse non tanto lontana dai nostri tempi, un'umanità lobotomizzata in una società totalmente controllata in cui "la Libertà è Schiavitù, la Guerra è Pace e l'Ignoranza è Forza". E' un disco all'insegna del tormento e della desolazione, di volumi alti e aggressivi tanto da suonare ostico alle orecchie più sensibili, è cupo, complesso, ricercato e violento nelle musiche come nelle liriche. A dare un valore aggiunto sicuramente l'energia e la passione che contraddistinguono tutte le tracce, testimonianze di un'onestà artistica per niente scontata e, dunque, da premiare. Tra i brani migliori, "La Risacca", "Danza","Alice" e "Asfalto", brani che al meglio rappresentano gli stati d'animo che hanno ispirato il disco.
    Ad ogni modo, se vi aspettate un disco tranquillo avete già toppato!



    TRACKLIST:
    01 Epsilon
    02 Danza
    03 Piccolo Dio
    04 Istanbul
    05 Risacca
    06 Alice
    07 Asfalto
    08 Cinematic