lunedì 29 aprile 2013

LA NOTTE DEI LUNGHI COLTELLI - "Morte A Credito"-



"Morte a Credito" (Black Candy, 2013) è l'esordio de La Notte Dei Lunghi Coltelli, progetto ideato da Karim Qqru degli Zen Circus che abbandona le pelli per darsi al canto e alla chitarra. Ad accompagnarlo sono Izio Orsini  e Ale Demonoid, rispettivamente al programming e alla batteria.
Il disco omaggia Celine ("Morte a Credito"), Prevert ("J’ai Toujours Été Intact De Dieu"), Tolstoj ("Ivan Iljc") e Camus ("La Caduta"), e si presenta tetro, crudo e brutale sia nel sound che nei testi. Hardcore style ma anche wave, industrial e ambient per nove brani deliranti e taglienti che somigliano a schegge impazzite. E' un disco allucinato, a tratti apocalittico, che dà sfogo a un'agitazione che non conosce quiete, intessuta di riferimenti letterari e cruenti impulsi punk che misurano la furia della follia umana, la morte, la sventura e la paura, senza sconti per nessuno. Alla stesura del disco han preso parte anche Nicola Manzan (violino in "La Notte dei Lunghi Coltelli"), Aimore Romizi (penna in  "Levami Le Mani dalla Faccia") e Diego Pani (in "D'isco Deo").
E' un disco ostico, che necessita di più ascolti per esser capito e, forse, apprezzato. Non un banale assortimento di canzoni, ma un coraggioso esperimento narrativo che del colto citazionismo fa la sua principale velleità. Merita sicuramente attenzione!



Tracklist:
01 La caduta
02 J'ai toujours été intact de dien
03 La nave marcia
04 Ivan Iljc
05 DDR
06 Morte a credito
07 D'isco deo
08 Levami le mani dalla faccia
09 La notte dei lunghi coltelli

https://www.facebook.com/lanottedeilunghicoltelli

domenica 28 aprile 2013

VALENTINA GRAVILI - "Arriviamo Tardi Ovunque" -



La talentuosa cantautrice pugliese, che di nome fa Valentina Gravili, è giunta ormai al suo terzo disco e in realtà non vedevo l'ora di ascoltarlo. "Arriviamo Tardi Ovunque" (Carbon Cook Records, 2013) è uscito a gennaio e, come i precedenti lavori, dimostra una spiccata capacità dell'autrice di sperimentare e rinnovare la propria sensibilità artistica, sia nei testi che nelle musiche. A metà strada tra Nada, Patti Smith e PJ Harvey, la Gravili realizza nove ballads imbevute di folk, rock e blues, ben suonate ed arrangiate grazie anche alla direzione artistica di Max Baldassarre. C'è  una scrittura cruda e tesa come una corda di violino, fatta di precarietà e denuncia, inganno e sconfitta, cicatrici e solitudine. Quello della Gravili è un lirismo maudit che sa di underground, di polvere e disillusione. "Non possiamo neanche accontentarci dei sogni che puntano in basso", piccolo estratto di "Mosca Cieca", è una frase-manifesto di un disco amaro, sofferto e doloroso, intriso di bellezza poetica e intensità emotiva. Altra nota di merito va alla voce dell'artista brindisina, sensuale, selvaggia e passionale al punto da travolgere e ammaliare completamente l'ascoltatore. "Arriviamo Tardi Ovunque" è una delle poche prelibatezze musicali uscite in questi primi mesi del 2013.  Se volete scoprire questo gioiellino della discografia indipendente italiana, fatelo senza pensarci due volte e non ve ne pentirete. Valentina Gravili ha la stoffa per diventare la nostra sacerdotessa del rock!



Tracklist:
01 Il finimondo
02 Arriviamo tardi ovunque
03 Pare che fuori pioverà
04 Guerriglia d'Oriente (mentre fuori il sole insorge)
05 La mappa dei punti deboli del mondo
06 La saggezza è roba per giovani
07 Cruda
08 Mosca cieca
09 Domenica mattina

http://www.valentinagravili.com/

mercoledì 24 aprile 2013

NADAR SOLO - "Diversamente,come?"-



Licenziato all'inizio del 2013 da Massive Art Records, "Diversamente,come?" è il terzo disco dei torinesi Nadàr Solo, band che gode, già da qualche anno, dei favori di critica e pubblico. Stavolta c'è una chicca di prim'ordine che desta subito curiosità: un featuring con Pierpaolo Capovilla (Il Teatro degli Orrori), nel brano "Il Vento". Collaborazione prestigiosa per una band che ben conosce la gavetta e che con questo nuovo album trova finalmente una sua collocazione nel panorama rock nazionale. Niente di innovativo, certo, ma c'è tutta la stoffa necessaria a spendere buone parole per questo lavoro. Interrogativi, smarrimento e inquietudine attraversano il disco sotto forma di testi poetici e alternanze tra muri di suono e melodie lisergiche, strizzanti l'occhio al noise e al tradizionale rock made in Italy. Tanti i rimandi a Zen Circus, Marlene Kuntz o anche a Ministri e Il Teatro degli Orrori, ma è pur vero che essere del tutto originali oggi è impresa ardua, e sembra sempre che tutto sia già stato scritto. A mio avviso, avrebbero potuto osare di più questi ragazzi torinesi. Le basi tecniche e il fiuto per le belle canzoni sono già ben definiti, e l'auspicio per il prossimo disco è che possano concentrarsi maggiormente sulle proprie potenzialità accantonando per un pò i loro background musicali. Quando oseranno un pò di più, non ce ne sarà per nessuno. Da tenere d'occhio!




Tracklist:
01 Non conto gli anni
02 Tra le piume
03 Il vento (feat. Il Teatro degli Orrori)
04 La ballata del giorno dopo
05 L'abbandono
06 Le case senza le porte
07 Quel sabato mattina
08 Maggio giugno luglio
09 Le ali
10 Perso
11 I tuoi orecchini

http://www.myspace.com/nadarsolo

lunedì 22 aprile 2013

POLAR FOR THE MASSES - "Italico" -



La notizia che i Polar For The Masses avrebbero realizzato un nuovo disco totalmente in lingua italiana mi aveva fatto storcere il naso, ma ascoltando "Italico" (La Grande V Records,2013) ho dovuto ricredermi. Ci son voluti due anni di lavoro, come per ogni disco del trio vicentino, e anche stavolta il risultato è eccellente sotto qualsiasi aspetto, dal groove ai testi. Quarto disco e tanta voglia di mettersi in gioco per una band "da esportazione", che negli anni ha calcato i palchi di tutta Europa. Corrono il rischio di fare un bel buco nell'acqua i Polar, ma fanno centro anche stavolta.  "Italico" è un disco compatto e dinamico a livello strumentale, cinico e spietato a livello testuale. Rabbia e inquietudine graffiano e non fanno sconti, si sa. Simone, Davide e Jordan realizzano dieci brani potenti, incisivi e all'occorrenza lancinanti. Il sound è sempre "cool", ed è chiaro già dall'intro della title-track che ci scaraventa in un vortice sonoro irrefrenabile lungo dieci tracce. Deliri noise e alternative rock, congiunti in maniera inossidabile, fanno il tappeto sonoro di un disco che funziona sotto tutti i punti di vista, grazie anche a liriche essenziali che ben descrivono le derive sociali e culturali che stiam vivendo. Il re in copertina, vestito del solo tricolore, sembra non avere più forze, rassegnato,sfinito, esausto. Di contro,però, c'è una band che di grinta ne ha da vendere.
I Polar For The Masses non sbagliano mai un colpo e si confermano come una delle migliori band in circolazione.



Tracklist:
01 Italico
02 Miseria e nobiltà
03 Terrorismo e deejay
04 Un uomo, un voto
05 Laogai
06 Wall Street
07 Risveglio
08 Ruvido
09 Drone
10 Mia Patria

venerdì 22 febbraio 2013

JOSEPH MARTONE & THE TRAVELLING SOULS: esce il primo singolo "Shine On Me"



Si intitola “Shine On Me” il bellissimo singolo, con relativo videoclip, che anticipa l'uscita di “Where We Belong”, primo full-lenght di Joseph Martone and The Travelling Souls.
Album dal gusto internazionale, alle cui registrazioni presso il Monchrome Studio di Luigi Nobile hanno preso parte Mario Gravina (banjo), Stefano Costanzo (batteria), Ned Crowther (Uk, basso), Ron Grieco (basso) Anna Su (Usa, piano e voci), Charles Ferris (USA, tromba), Davide Viola (violoncello),Tom Aiezza (USA, chitarre) e, dulcis in fundo, Roberto Angelini (chitarra dobro slide), altra preziosa collaborazione.
Shine On Me” è una rilettura di “As I Sat Sadly By Her Side” di Nick Cave con un testo completamente riscritto.
Il progetto “The Travelling Souls” nasce nel 2007 da un’idea di Joseph Martone e del cugino Tom Aiezza, entrambi di origine italiana ma cresciuti tra New York ed il sud Italia.
Dal puro southern rock all’electro-blues fino alle più moderne espressioni del desert rock. L’unica costante: la voce di Joseph Martone che  ricorda quella rauca e calda di Tom Waits, al quale ha dedicato anche un fortunato tour, ma anche quella profonda ed elegante di Nick Cave. Anche in Italia si trovano altre fonti d'ispirazione, quelle delle origini, da Paolo Conte alla musica popolare napoletana.
Eric Oliver (Upright Basement Music) ha definito la musica di Joseph Martone & the Travelling Souls come “qualcosa di spirituale, un suono senza tempo che sa parlare alla gente di tutte le strade della vita”.


    martedì 19 febbraio 2013

    ADRIANO MODICA - "La Sedia" -



    La stoffa, la pietra e il legno. Sono questi i tre materiali scelti dal cantautore e polistrumentista calabrese Adriano Modica, classe '77, per la sua Trilogia dei materiali. Dopo "Annanna" e "Il Fantasma Ha Paura", giunge finalmente "La Sedia" (Cardio A Dinamo,2012), degna chiusura di un concept in tre atti davvero interessante. Per ogni fase particolare della vita un materiale, ed ecco che stavolta Modica si concentra sul legno di una sedia, perchè la memoria è il primo gradino per il progresso inteso come benessere. La sedia vista non come semplice elemento di arredo, ma come oggetto utile alla riflessione. Fermarsi, dunque.  Sedersi e riflettere sul proprio passato, presente e futuro. Al centro del disco è l'uomo che si riavvicina a sè stesso, riappropriandosi della propria intimità e della propria natura. Si ferma per poi ripartire, attraverso dieci canzoni eleganti, ironiche e disincantate che denotano una maturità stilistica ben definita. E' la poesia al servizio di solitudini e dolcezze di un autore apparentemente schivo, capace al contempo di esporsi, mettendosi a nudo con l'esperienza di chi sa essere credibile con la semplicità. E' musica d'autore intensa e suggestiva, figlia del minimalismo folk come della psichedelia, in salsa squisitamente vintage. L'autore non si fa mancare niente in questo disco, registrato interamente in analogico, autoprodotto e arrangiato da lui stesso. Dalla varietà di strumenti quali flauti, archi, ottoni, clavicembali o vibrafoni al featuring col pittore britannico Duggle Fields (voce radio in "Alieni"), e ci regala i momenti migliori in brani singolari come "Il bastone e la scala", "Almeno il cielo è sempre uguale", "Il divano", "L'albero delle mollette" e la finale "Ninnananna per Lulù".
    Modica impreziosisce la nuova leva cantautorale con un disco di gran pregio che lo consacra tra le rivelazioni italiane di quest'anno. Consigliato!



    Tracklist:
    01 Alieni
    02 Il bastone e la scala
    03 Almeno il clielo è sempre uguale
    04 Alluminio
    05 Il divano
    06 Che mi dai
    07 Stelle scalze
    08 C'era una volta a Pietrastorta
    09 L'albero delle mollette
    10 Ninnananna per Lulù



    sabato 16 febbraio 2013

    Fabiano Farina - "Gioventù Sonica" (di Silvia Mangieri)




    -Recensione di Silvia Mangieri-

    "Gioventù Sonica" è  un romanzo scritto dal giovane scrittore salernitano Fabiano Farina, pubblicato dalla casa editrice I Libri della Leda. Classe 1988, Fabiano Farina, nonostante la giovane età, è  già alla sua quarta pubblicazione. "Gioventù Sonica" è ambientato proprio nella sua città, Salerno. Il libro racconta le esistenze di cinque giovani salernitani, cinque amici, ragazzi come tanti, che cercano di “sopravvivere”ai loro piccoli grandi tormenti esistenziali e  alla noia di una città dal forte carattere  provinciale,dove tutto sembra ripetersi all’infinito, in un loop senza sosta.  Le loro forti radici emotive e il loro forte senso di identità li spingono però a ribellarsi ad una vita che avvertono come svilente ed asfissiante, una vita che appiattisce, piuttosto che esaltare, pulsioni e creatività. Da questo malessere profondo, dall’esigenza  insopprimibile di affermare se stessi,  nasce  una sorta di movimento, quello dei Sonici appunto, che attacca il sistema con azioni  poco politically correct, improntate comunque alla non violenza. Sono azioni pacifiche e dimostrative che hanno lo scopo di scuotere le coscienze assopite e che vanno a colpire i luoghi di culto, punti nevralgici della città che sembra tuttavia rimanere statica, quasi fiera nella sua immobilità, a fare da sfondo.
    È il desiderio di rivolta, tipico dell’irrequietezza giovanile che caratterizza ogni generazione, ad animarli oltre ad una volontà precisa, ad un’urgenza profonda di non passare inosservati, di lasciare una traccia di sé, di porre in atto una vita che potrebbe rimanere per sempre solo in potenza,assorbendo passivamente tutto quello che succede intorno. Ma una vita in potenza, si sa, è un inutile spreco, un bagliore accecante destinato ad affievolire rapidamente. Bisogna, invece, essere e agire, bisogna cercare e creare input, realizzare qualcosa in cui poter credere, in cui altri possano credere e riconoscersi, dare vita ad una moda che riesca a spezzare la noia, il tedio quotidiano, anche se destinata ad avere breve durata.  “…Abbiamo fatto quelle cose in un periodo molto particolare delle nostre vite. Ci sentivamo in continua contestazione verso il mondo…Era la situazione dell’epoca a renderci così…Noi trovammo un canale di sfogo che andava oltre l’amore e il lavoro..La colpa è sempre della causa mai dell’effetto….
    La scrittura di Farina risulta limpida ed asciutta, spesso caratterizzata da fulminei cambi di registro, creati ad hoc. Interessanti sono anche i richiami musicali, perché ogni “rivoluzione” che si rispetti ha la sua colonna sonora. Farina suggerisce perfino una playlist da ascoltare, per la lettura di "Gioventù Sonica", la cui prima traccia, neanche a dirlo, è Teenage Riot dei Sonic Youth, primo singolo dell’album Daydream Nation del 1988. Il libro inoltre è in vendita esclusiva presso lo store musicale Disclan, sito in Corso Vittorio Emanuele a Salerno, per volere dell’autore stesso. Copertina ad effetto, con un giallo abbagliante e il faccione di Ratzinger, raffigurato come re di denari, realizzato dal Collettivo Satoboy, ben noto a chi usa bazzicare nel luogo in cui il Papa è stato graffiato, su una fiancata di una chiesa; e la parafrasi, dal tono cinico, della poesia di Alfonso GattoSalerno rima d’inferno”.