domenica 27 febbraio 2011

POLAR FOR THE MASSES - "Silence" -



Dopo l'ottimo "Blended", i vicentini Polar For The Masses sono tornati sulle scene con il nuovo "Silence" (Black Nutria), in uscita il 27 febbraio in Italia, Germania, Svizzera e Austria . Il trio mette a segno otto canzoni ruvide e graffianti che scorrono veloci e inconfondibili, disegnando un album (il terzo in studio) che risulta a dir poco perfetto. Registrato e mixato da David Lenci al Red House di Senigallia e masterizzato da Jan Eliasson all'Audioplanet di Copenaghen, "Silence" è un disco maturo e ambizioso che conferma il talento di una band sottovalutata in Italia ma acclamata all'estero, capace di crearsi in poco tempo un sound originale e di forte impatto, tra post punk, noise e rock'n'roll. Sono canzoni sinuose e malate, legate l'una all'altra da una tensione emotiva che non dà tregua, generata da rumori, feedback, chitarre granitiche e testi che rasentano spesso l'onirico. Dall'iniziale "Consequences" al "c'mon, c'mon, c'mon" del ritornello di "Rust", l'album è un invito a lasciarsi  consumare da un vortice sonoro seducente e contagioso che prosegue anche nei brani successivi come "Sailing Away", "The Last Man" o la finale "Guilty". Sono canzoni dirette e viscerali, eccellenti nell'agire sull'ascoltatore come un virus che non lascia vie di scampo. "Silence" è la prova che in Italia c'è tanta carne al fuoco. Basta che non si bruci.


Tracklist:
01 Consequences
02 Rust
03 Dismembered
04 Sailing Away
05 U.T.W.
06 The Last Man
07 Ignorance
08 Guilty

http://www.myspace.com/polarforthemasses







lunedì 21 febbraio 2011

Intervista a Cesare Basile

Musica Sotterranea incontra Cesare Basile.
A quasi tre anni dall'ultimo "Storia di Caino", il cantautore siciliano torna con un nuovo album intitolato "Sette pietre per tenere il diavolo a bada" e in uscita il prossimo 11 marzo per la Urtovox.
(Intervista a cura di Stefano Grimaldi)



-Ciao Cesare, come stai?
Abbastanza bene. Mi guardo intorno.
  
-Il prossimo 11 marzo uscirà il tuo nuovo disco per la Urtovox, intitolato “Sette Pietre Per Tenere Il Diavolo A Bada”. E’ un titolo che suscita inevitabilmente curiosità. Come mai questa scelta?
Diciamo che è uno scongiuro suggeritomi dal caso mentre stavamo mixando il disco. Uno scongiuro venuto fuori a risolvere un paio di problemi che ci stavano complicando il lavoro e, visto che il caso è sempre un'indicazione, ho adottato il suggerimento come titolo del disco.



-Nel disco affronti i temi della fede e della guerra, due temi sempre attuali e collegati tra loro. Cosa ti ha spinto ad incentrarti su di essi?
Questa della guerra è una svista dell'ufficio stampa, non ho mai parlato di guerra nelle mie note, però è anche vero che gli ultimi anni sono stati anni di guerra e che in qualche modo le mie canzoni ne sono state influenzate. Sicuramente è una raccolta di canzoni accomunate dallo "scontro". Vite che scelgono o si trovano nello scontro. Vite contro istituzioni. 
 
-Non manca la tua terra: la Sicilia. Sei parte integrante del progetto L’Arsenale, Federazione Siciliana delle Arti e della Musica, nato per promuovere e proteggere la cultura siciliana ma anche per sconfiggere la voglia di andarsene altrove per costruirsi un futuro. Cosa ti lega maggiormente alla Sicilia? E che ruolo ha nell’ispirazione dei tuoi album?
Alla Sicilia mi lega l'esserci nato. Essere nel bene e nel male un groviglio di tutto quello che rappresenta, le sue contraddizioni, i suoi slanci improvvisi, le sue sconfitte. Sono stato per anni in fuga, nutrendo la mia fuga col risentimento, accusando la Sicilia di essere maledizione e causa. Poi ho elaborato il dolore e oggi, con iniziative come quella de L'Arsenale, voglio esserne di nuovo parte, imparare ad amarla. 

-Nel disco parli anche di ribellione, paura e coscienza civile, parole che suonano familiari in questi tempi di crisi economica, politica e sociale che toccano un po’ tutti i Paesi. Cosa rappresentano per te queste tre parole, legate al concetto di dignità?
La ribellione è un diritto, la coscienza civile una disciplina. La paura è il tentativo del potere di negare il diritto alla ribellione e la disciplina della coscienza civile. La dignità sta nel ricordarsi di essere nati liberi, nella coscienza che una società che ti chiede di rinunciare alla tua libertà in nome del profitto è una società che ti offende. 


-Quali sono le ispirazioni musicali e quali le letterarie per questo disco?
Potrei risponderti "quelle di sempre", rivedute e corrette. Tutto quello che leggo e ascolto confluisce alla rinfusa nelle mie canzoni. 

-In cosa si discosta il nuovo disco dal precedente? E in cosa ne è un proseguimento?
Non l'ho ancora capito, ho sempre l'impressione di trovarmi in balia dello stesso flusso. Mi serve tempo.

-Sono tanti gli ospiti che hanno collaborato al disco: Alessandro Fiori, Enrico Gabrielli, Rodrigo D’Erasmo, Roberto Dell’Era e Roberto Angelini, per citarne solo alcuni. Da cosa è nata questa esigenza?
E' una cosa che ho sempre fatto. Tutti i miei dischi sono pieni di ospiti. Se non chiami gli amici, che senso ha fare un disco? Io voglio i miei amici a strapparmi le canzoni, a farle diventare altro da me, e poi così ogni disco è una festa nuova. 

-Stavolta non compare il nome di John Parish. Come mai?
Non c'è stato il tempo nè il modo di organizzarci. E poi questo è stato un lavoro concepito, scritto e prodotto in due anni, quando e dove capitava, a differenza degli altri che, almeno in fase di registrazione e produzione, hanno avuto tempi definiti. Alla fine è stato molto interessante confrontarmi con la produzione di un mio disco (lavoro che solitamente faccio per altri), vedere quanto riuscivo a staccarmi dalle canzoni per produrle. 


-Il tuo percorso musicale è da sempre intriso di una poetica e di una sensibilità che ti hanno reso un cantautore di spicco nella musica d’autore italiana. Ti ritieni un intellettuale?
No, sono solo uno che scrive canzoni, che ascolta, legge, impara, dimentica, prova a tenere a mente e si innamora delle parole e dei suoni. 

-La poesia può salvare il mondo?
La poesia può raccontarlo e la bellezza aiutarci a sedare la rabbia a momenti. 

-Nei tuoi album precedenti, come in questo, si notano molte affinità con Fabrizio De Andrè. Quanto ha influito sulla tua formazione musicale e poetica?
Oggi sembra che tutti non facciano altro che ascoltare De Andrè. Tutti hanno in casa un disco di De Andrè. Chiunque riconosce in De Andrè il migliore dei nostri poeti. Ma se è così, come mai gli uomini e le donne raccontate da De Andrè sono quelli che più vengono isolati e cancellati?

-Quanto segui la scena musicale italiana e quanto quella straniera?
Io provo a stare dietro alla buona musica, solo a quella. 


-C'è un disco che ti ha cambiato la vita?
Ci sono dischi che mi fanno venire voglia di scrivere canzoni, quelli di Leonard Cohen per esempio. 

-E un libro?
"Fuoco Fatuo" di Drieu La Rochelle.

-Come si svolge la tua giornata tipo quando non sei in tour?
Cioè nella maggior parte del mio tempo, visto che in Italia suonare è diventato un privilegio e un lusso difficile da permettersi...leggo, suono, costruisco chitarre con le scatole da sigari, bevo birra.

-Sei superstizioso?
Sono siciliano.

-Se dovessi utilizzare tre aggettivi per il tuo nuovo disco, quali sceglieresti?
Tre aggettivi in una volta suonano male.          

PUNTINESPANSIONE - "Trentenni sofisticati" -


 



                                           


L'ironia come filosofia di vita. Sembra essere questo il messaggio del secondo album dei baresi Puntinespansione, intitolato "Trentenni Sofisticati" e pubblicato da U.D.U. Records e New Model Label. In uscita il prossimo 28 febbraio, il nuovo album presenta dodici canzoni tra rock d'autore, folk, reggae e ritmi latini, in cui la band riesce a imporre pienamente il suo carisma e le sue notevoli doti comunicative. I testi, ironici, pungenti e irriverenti, traggono spunto dalla società, dalla politica e dalla crisi economica, e tentano di allontanare il "mare di mediocrità" con l'amore, la voglia di sognare e il buon umore. Questi ragazzi non hanno certo la pretesa di tracciare soluzioni ai problemi e alle contraddizioni di oggi, ma è pur vero che narrano, riflettono, analizzano e sognano come un gruppo di poeti che della creatività potrebbe farne una salvezza, al punto che "se il petrolio fosse olio, la pace regnerebbe sovrana, pane olio e vita sana". C'è il potere politico con le sue irrinunciabili poltrone d'oro, c'è il precariato e c'è l'incubo del mutuo, c'è la guerra del petrolio e c'è la lotta di Margherita per i suoi diritti e per la sua libertà. "Trentenni sofisticati" è un disco che fa pensare e fa ballare ed è un ottimo rimedio alla tristezza dei nostri tempi, perchè "ci vuole ottimismo e uno spiccato senso di ironia e quella giusta dose del non prendersi sul serio seriamente".

I Puntinespansione sono:
Francesco Mastrangelo (voce, chitarra)
Pepe Laterza (voce,mandolini,kazoo e bouzouki)
Fabio D'Agrosa (basso)
Francesco Bianco (batteria e percussioni)

Tracklist:
01 Il gallo ha fatto l'uovo
02 La poltrona
03 La mia rivoluzione
04 Portami via
05 Ricomincia a sognare
06 Se il petrolio fosse olio
07 In mezzo al mare
08 Abramo/la verità
09 Il mutuo
10 Il tuo senso critico
11 Pigro
12 L'uomo magnifico/Rideau pour l'homme magnifique
13 Margherita, 1902


venerdì 18 febbraio 2011

OFELIADORME - "All Harm Ends Here" -


Primo full-length per gli Ofeliadorme, talentuoso quartetto bolognese già balzato agli onori della critica con l'ep d'esordio "Sometimes It's Better To Wait" (2009). Se allora si trattava di canzoni sorprendenti, con "All Harm Ends Here" la band compie un notevole passo in avanti e realizza undici canzoni di straordinaria bellezza che non possono certo lasciare indifferenti, con rimandi ad atmosfere tipiche di Radiohead,  Cat Power e Blonde Redhead. E' un disco elegante e maturo, dalle sonorità ora dimesse ora incisive, suggestivo nelle sue trame malinconiche e sognanti, capaci di ammaliare e tormentare come farebbe un cielo rosso al tramonto. Le liriche trasudano emozioni, ossessioni e riflessioni che si intrecciano sullo scenario quasi apocalittico del caos odierno, dove la tranquillità perduta e una società violenta sembrano creare vie di fuga in un un mondo onirico ma tangibile, a metà tra il reale e l'irreale. La voce di Francesca Bono attraversa, sinuosa e suadente, le evasioni, i silenzi e le tensioni emotive che si alternano nelle undici tracce, rivelando un talento autentico e sofisticato, disarmante nella sua delicatezza come nella sua esasperazione. E' un disco che non permette distrazioni. Dall'iniziale calma di "Paranoid Park" ai fremiti di "Ian", dal magnetismo di "Grow!" alla seduzione di "Burning", passando per l'immaginario di "The King Is Dead" e  la distensione di "I Like My Drums" e "Leaves Of Grass", fino alla delicatezza della chiusura affidata a "Naked Evil", "The Wizard, The Witch And The Crow", "River" e "Eve", l'album si divide tra l'elettrico e l'acustico, tra echi rumorosi e ballads scarne ed evocative che svelano una cura dei suoni e degli arrangiamenti a dir poco notevole. "All Harm Ends Here" è una tra le migliori autoproduzioni degli ultimi tempi. Consigliato!

Gli Ofeliadorme sono:
Francesca Bono (leading vocals, guitar, keyboards, zither)
Gianluca Modica (bass, guitar, backing vocals)
Michele Postpischl (drums)
Tato Izzia (guitar, mandolin, glockenspiel)


Tracklist:
01 Paranoid Park
02 Ian
03 Grow!
04 Burning
05 The King Is Dead
06 I Like My Drums
07 Leaves of Grass
08 Naked Evil
09 The Wizard, The Witch and the Crow
10 River
11 Eve

http://www.myspace.com/ofeliadorme

mercoledì 16 febbraio 2011

HANK - "Polvere" -


Dalla provincia di Salerno arriva il rock degli Hank, trio composto da Edoardo Frigenti (voce,chitarra), Tommaso Siniscalchi (basso) e Mario Carillo (batteria) e che ha da poco pubblicato un nuovo ep intitolato "Polvere". Appena quattro brani per mostrare grinta, rabbia e potenza stoner con l'immediatezza di un sound non a caso "polveroso", grezzo nello stile e nella produzione ma diretto nel comunicare frustrazione e denuncia sociale. Il disagio del trio si fa largo dall'iniziale "Regina" alla finale "Mi senti dentro?", passando per "Gelida" e "Polvere", canzoni dai titoli ridotti all'osso, essenziali come le parole e ruvide come le musiche. Il coinvolgimento c'è, l'esperienza pure. Ciò che manca è un'accurata produzione che però, si sa, è la vera croce delle band emergenti, con tanti buoni propositi e pochi soldi in tasca. "Polvere" è un buon motivo per tenere d'occhio questa giovane band campana, in attesa di un primo album da inserire, magari, tra le migliori novità italiane dei prossimi anni. Ce lo auguriamo!

Tracklist:
01 Regina
02 Gelida
03 Polvere
04 Mi senti dentro?

MALVACHIMICA - "Dipende dai giorni" - Ep




"Dipende dai giorni" è il titolo del primo ep dei Malvachimica, trio proveniente da un piccolo paese in provincia di Firenze. Licenziato dalla Forears, etichetta in continua evoluzione (vedi Jackie O's Farm, Elton Junk), "Dipende dai giorni" presenta cinque brani inediti improntati a un alternative rock multiforme ed efficace nell'affiancare la sfiducia e la rassegnazione che i testi denunciano. Il sound è prettamente nostrano, a metà tra l'indie e il cantautorato degli ultimi anni, e mescola brani energici con tipiche ballads dove è la riflessione a farla da padrona. In queste cinque canzoni c'è anche tanta solitudine, partorita dalla rabbia e dall'angoscia che caratterizzano la condizione giovanile di oggi, ed è evidente la passione con cui il trio tenta di esorcizzare le proprie amarezze. I Malvachimica non realizzano nulla di nuovo ma, considerando che si tratta di  ragazzi poco più che ventenni, hanno tutte le potenzialità per far meglio e stupire con il prossimo full-length. "Dipende dai giorni" è un buon punto di partenza, e ne sono un esempio "Parlo alle allodole", "I vigneti" e "Lo zio d'America", i migliori episodi del disco. 

Tracklist:
01 Malcomune
02 Parlo alle allodole
03 I vigneti
04 Lo zio d'America
05 L'isola

mercoledì 9 febbraio 2011

FOJA - "'Na Storia Nova" -


"'Na Storia Nova" è il titolo del primo album dei Foja, formazione napoletana composta da Dario Sansone (voce, chitarra), Ennio Frongillo (chitarra), Giovanni Schiattarella (batteria) e Giuliano Falcone (basso). Uscito il 21 gennaio per Materia Principale/Fullheads, con la produzione artistica di Fabrizio Fedele (chitarrista degli Osanna), il disco è a metà strada tra l'indie rock e il folk con la peculiarità del cantato in dialetto. Le strade di Napoli, la speranza, la rassegnazione e la voglia di rinnovamento sono i temi intorno ai quali ruota il disco, affrontati con la rabbia e la passione di chi sa guardare oltre, conservando la fiducia nel futuro. E' un disco che vien fuori, dopo anni di concerti e tanta determinazione, da una delle band più interessanti della scena musicale partenopea. Numerosi gli ospiti che hanno preso parte alle registrazioni, tra cui Renato Minale (24 Grana), Ciro Tuzzi (Epo), Libera Velo, oltre a membri di band come The Collettivo, Mamasan e The Gentlemen's Agreement. Il primo singolo estratto è "'O Sciore E 'O viento", romantica ballad dal sapore country, di cui è stato realizzato anche un video cartoon con i disegni di Alessandro Rak, autore anche della grafica del disco. Da segnalare anche "Vita", "'A Ballata Do Diavolo" e "Guerra Persa", esempi di un esordio maturo, suggestivo e ben riuscito.

Tracklist:
01 'a ballata do diavolo
02 'a freva
03 se po' sbaglià
04 cose 'e pazze
05 guerra persa
06 'o sciore e 'o viento
07 natalina
08 luna
09 vocchie sicche
10 ce voglio parlà
11 vita

www.myspace.com/fojaband


THE JACKIE O' S FARM - "Sandland" -


A due anni da "Hard Times For Blonde Surfers", i livornesi The Jackie O'S Farm sono tornati con "Sandland", un disco che ha qualcosa di straordinario. Da poco uscito per Forears/Tannen Records, l'album presenta dieci canzoni di american indie-pop, country e folk rock che certo non fan pensare che si tratti di una band italiana. Sarebbe più lecito pensare a Ryan Adams, Collin Herring o ai Nada Surf, ma il fatto che dietro queste dosi di buona musica si nasconda un quintetto tutto italiano lascia alquanto sbalorditi. Fin dall'iniziale "Coffee and cover", passando per "Lay down", "Killer in love" o "Wake Up", si ha la sensazione di trovarsi su qualche spiaggia della California a sorseggiare cocktails e a gustarsi il tramonto, tra spensieratezza e riflessione. "Sandland" è come un viaggio laddove il tempo sembra essersi fermato, laddove nulla può minare l'allegria, un pizzico di intimismo e la sete di vita. Questi ragazzi suonano, si divertono e fanno divertire. Cosa si può chiedere di più?

Tracklist:
01. Coffee and Cover
02. Lay Down
03. Killer In Love
04. Sandland
05. Wide Awake
06. Change Your Mind
07. Wake Up
08. While
09. When You Sleep
10. The Unknown

http://www.myspace.com/thejackieosfarm

domenica 6 febbraio 2011

The Right Place - "Hiding In Plain Sight" -



"Hiding In Plain Sight" è il primo ep dei partenopei The Right Place, formazione indie-rock di ispirazione britannica nata nel 2009 e composta da Eugenio Jube Mazzetti (voce, chitarra), Michele Ottaiano (chitarra), Giuseppe Pagnini (basso) e Marco Della Gatta (batteria). Il disco presenta sette brani d'impatto immediato che spaziano dagli Oasis ai Trevis, con rimandi anche ai The Strokes e agli Starsailor. Nonostante la forte devozione alla musica d'Oltremanica e d'Oltreoceano, la band napoletana riesce a convincere sugli arrangiamenti e sugli episodi melodici e se il difetto è l' assenza di originalità, il pregio è sicuramente lo scorrere piacevole dei brani, decisamente orecchiabili e dinamici, coinvolgenti nelle loro atmosfere sospese e quasi rasserenanti. I brani migliori sono senz'altro "The Cure", "(I can't be) happy" e "I wish I was fallin' away".
Pur essendo un disco godibile, "Hiding In Plain Sight" rischia di scivolare nel calderone delle tante band di credo british che spopolano un pò ovunque, soprattutto per le inevitabili assonanze con le stesse. Si ha la sensazione di ascoltare canzoni piacevoli che, tuttavia, non dicono niente di nuovo e dischi così non rimangono impressi.

Tracklist:
01 Mind the gap
02 (I can't be) happy
03 The Cure
04 Cherry
05 I wish I was fallin' away
06 Two fingers
07 The man for all the seasons

http://www.myspace.com/therightplace

mercoledì 2 febbraio 2011

MICHELE MARAGLINO - "Vogliono solo che ti diverti" (ep) -



Michele Maraglino è una nuova, interessante, leva del cantautorato italiano, figlio dei tempi di crisi che stiamo vivendo. Tarantino di nascita e perugino d'adozione, Maraglino è scrittore e cantautore con diversi ep alle spalle, circa uno all'anno, dal 2005 ad oggi. "Vogliono solo che ti diverti" è il suo ultimo ep, autoprodotto e uscito nel giugno 2010. Appena tre canzoni per riassumere la società odierna e il suo collasso, l'amore e le sue bugie. Al giovane autore bastano voce e chitarra per ritagliarsi uno spazio meritato in quella scena già calcata  da Dente o dai meno noti Dimartino e Luigi Mariano. Sono canzoni che divertono e che fanno riflettere, grazie all ironia e alla delicatezza con cui l'autore affronta temi anche importanti, come l'imperativo dell' "apparire" e la disgregazione dei valori, presenti nell'iniziale "L'Aperitivo", che recita "Ad ogni culo che passa in tv, un altro giovane non sogna più". Nelle successive "Umida" e "Vienimi A Cercare", Maraglino analizza ed esaspera le finzioni dei rapporti amorosi, indossando gli abiti dell'uomo che rifiuta gli stereotipi e i mali del nostro tempo. "Vogliono solo che ti diverti" è il biglietto da visita di un altro talento nascosto, speriamo ancora per poco.


Tracklist :
01 L'aperitivo
02 Umida
03 Vienimi a cercare

http://www.myspace.com/michelemaraglino






martedì 1 febbraio 2011

NEVICA SU QUATTROPUNTOZERO - "Lineare" -






Gianluca Lo Presti è un cantautore certamente originale, capace di distinguersi dagli altri per le sue storie di vita quotidiana riempite talvolta di atmosfere surreali e partorite da una scrittura scarna, limpida e, ad ogni modo, essenziale. Lo Presti è una voce fuori dal coro, un indipendente vero che da oltre dieci anni scrive, canta, suona e produce con uno stile unico, diventato ormai un marchio di fabbrica. Licenziato dall'etichetta Disco Dada, nota per aver lanciato Simona Gretchen, "Lineare" è la conferma di un talento che orbita da sempre nella nicchia, a dimostrazione di quanto certa musica, in Italia, sia destinata a pochi. Lo Presti sfodera dieci microcosmi in cui il leit motiv sembra essere la vita stessa, con le sue solitudini, le sue derive e una certa claustrofobia di fondo piuttosto pulsante. Il sound è di quelli minimal, ispirato alla new wave e al post punk e costruito su batteria elettronica, basso distorto e synth. Tante le storie, tanti i personaggi. Da "Mario non ha paura" a "Stanotte ho ucciso Lola" e "La cura del demone" (in duetto con Tying Tiffany), passando per "Succede a Martino" e "Rapporti umani interrotti", la prosa di Lo Presti è semplice, diretta e d'impatto, significativa nel narrare, senza troppi orpelli, una condizione umana metropolitana e decisamente oscura . Lo Presti ha qualcosa da dire e lo fa a suo modo, raccontando il diagio sociale di vite vissute ai margini, cariche di caos e di inquietudine interiore.


Tracklist:
01. Mario non ha paura
02. Billy Corgan
03. Stanotte ho ucciso Lola
04. Succede a Martino
05. Al limite 
06. Bianca è calma per l'ambiente
07. Le ragioni che non ho
08. Rapporti umani interrotti
09. Lineare
10. La cura del demone

http://www.myspace.com/glucalopresti